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FRANCESCO E CHIARA

di Luca Bruni

e  Mario Ferrari

Presentato per la prima volta nel 1994 come  "Chiara e Francesco", nel 2012 invece diventa "Francesco" ( 2012 ).  Oggi lo spettacolo prende il nome di "Francesco e Chiara" e si arricchisce così di ulteriori, profondi, significati.  Essenziali i costumi, nudi i corpi dei danzatori, spoglio il palcoscenico. A troneggiare al centro della scena solo un albero di ulivo, realizzato dallo scenografo Mario Ferrari. Ed è proprio all'ombra della pianta sacra che i danzatori mettono in scena il viaggio che Luca Bruni, coreografo della compagnia, ha voluto intraprendere attraverso la ricerca interiore. Una volta calate le luci, nel continuo divenire della danza, ci si trasferisce immediatamente nel luogo dell'anima. Nuove coreografie si alternano ad alcune riprese della performance andata in scena due anni fa, quando gli interpreti erano solo uomini, esplicito omaggio di Bruni a quello spettacolo nato in Francia anni fa  (per la compagnia allora diretta da J.C.Maillot ) e poi ripreso dopo tempo in Italia. I corpi dei ballerini si snodano in una danza sensibile e commuovente, rivelando non solo grandi capacità tecniche ed esecutive ma anche un modo teatrale di tenere la scena che esalta il grande lavoro di ricerca coreografica. Nel guardare Eleonora Cantarini, Mario Ferrari, Yuri Fortini, Michele Umberto Fuso, Chiara Mancini Alunno, Giovanni Passalacqua e Debora Renzi  ci si dimentica della cornice teatrale, persino di Chiara e Francesco. E già dopo pochi minuti lo spettacolo prende corpo seguendo alla perfezione il disegno di Bruni. Nessun richiamo esplicito alla fede. Il tema è l'amore universale.  Ai piedi dell'ulivo c'è Francesco che si innamora del creato, ma anche Gesù nel giardino del Getsemani e persino Siddharta in meditazione. O semplicemente un uomo. Io, voi. Un uomo che non si pone domande, non sa nemmeno dove sta andando e perchè vi si sia incamminato, sa solo che quel sentiero è diverso dagli altri e che percorrendolo farà delle interessanti scoperte. E su quella via lo spettatore si ritrova a vivere attraverso i danzatori momenti estatici e lotte interiori. In scena gesti lenti e morbidi si alternano a movenze decise e a tratti isteriche quando si tratta di combattere contro i demoni, quei fantasmi dell'anima che tanto ci frammentano e ci allontanano da noi stessi rendendoci fragili. "Francesco e Chiara" illumina le Ricorrenze Francescane 2014, ma non si ferma alla superficie.  Attraverso l'alternarsi di luci e ombre Bruni penetra in profondità e propone una nuova riflessione personale sulla scoperta del divino dimenticato che è in ognuno di noi. Una ricerca interiore che parte dal palcoscenico e che lascia interrogativi profondi in chi osserva. La musica cambia, le luci si abbassano. Ora sono sette in scena tutti incappucciati. Francesco e i suoi amici, Gesù e i suoi discepoli o Siddharta e i suoi seguaci, le etichette non contano. Si prendono per mano. Sanno che il cammino è lungo. Indietro c'è la vita di tutti i giorni, le convenzioni sociali, i pregiudizi, le confortevoli abitudini. Davanti l'ignoto, ma irradiato da una bella luce. E insieme si lanciano in una corsa gioiosa verso il pubblico, quasi come a dispensare un messaggio: io sono arrivato fin qui e ne valeva la pena, ora tocca a te. 
( cit. Ramona Premoto )

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una produzione:

Oplas / Centro Regionale della Danza Umbria Ass. Cult.

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con il sostegno di:

TEATRO STABILE DELL'UMBRIA - Umbriaindanza

Regione Umbria / Provincia di Perugia / MiBAC

  

coreografia

LUCA BRUNI

scene e costumi

MARIO FERRARI

musiche

AA.VV.

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